Dalla gestione “in famiglia” al Management Familiare

Dai conflitti alla crescita mantenendo la tradizione e senza rovinare i rapporti con la famiglia

La gestione familiare nei ristoranti e nelle piccole imprese sta evolvendo verso un modello di “management familiare”, in cui i membri della famiglia adottano pratiche manageriali professionali pur mantenendo l’autenticità che caratterizza queste attività.

Questo approccio rappresenta una sintesi tra tradizione e innovazione, dove i valori familiari si uniscono a strategie aziendali moderne per migliorare l’efficienza e la competitività.

Il “management familiare” permette alle imprese di crescere e adattarsi a un mercato in continuo cambiamento, senza perdere il tocco personale che le distingue.

I membri della famiglia si formano in aree come il marketing, la gestione finanziaria e le risorse umane, applicando queste competenze alla gestione quotidiana dell’impresa. Questo approccio professionale non solo migliora l’organizzazione interna, ma favorisce anche una maggiore sostenibilità a lungo termine.

Il risultato è un modello di gestione che conserva la passione e l’impegno caratteristici delle attività familiari, ma con l’aggiunta di una struttura manageriale solida e orientata al futuro.

Questo equilibrio tra tradizione e innovazione permette alle imprese familiari di rimanere rilevanti e competitive in un mercato sempre più globalizzato, senza rinunciare alla loro identità unica.
Se è vero che le imprese familiari sono il pilastro fondamentale dell’economia globale, è altrettanto vero che stanno attraversando una fase di trasformazione significativa e quelle del settore dell’ospitalità e della ristorazione non sono immuni da questa trasformazione.

Mentre in passato la gestione “in famiglia” era la norma, oggi sempre più aziende ristorative stanno adottando un approccio più strutturato e professionale, noto come “management familiare”.
Questo cambiamento non è solo una risposta alle sfide moderne, ma anche un’opportunità per coniugare tradizione e innovazione, mantenendo l’identità familiare ma con una marcia in più.

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Gestione “in famiglia”: Un modello tradizionale

La gestione “in famiglia” è stata per lungo tempo il cuore pulsante di molte attività ristorative, in particolare nelle piccole e medie imprese. 

Questo modello si basa su un rapporto di fiducia e collaborazione tra i membri della famiglia, dove i ruoli e le responsabilità sono spesso distribuiti in base alla tradizione e all’esperienza, piuttosto che su una pianificazione strategica.

Esempio: Immaginiamo una piccola trattoria a conduzione familiare. La madre si occupa della cucina, il padre del servizio in sala, e i figli aiutano dove necessario, magari gestendo le ordinazioni o i conti e siccome sono nativi digitali, questi ultimi gestiscono anche i social. 

Le decisioni sono prese in modo informale, spesso durante i pasti in famiglia, e le operazioni quotidiane si basano su abitudini consolidate nel tempo. 

Questo approccio crea un ambiente accogliente e familiare, dove i clienti si sentono parte di una comunità più ampia. 

Tuttavia, questa mancanza di formalizzazione può anche portare a inefficienze, specialmente man mano che l’azienda cresce o le condizioni di mercato cambiano. E se esiste la presenza anche di dipendenti, la situazione si complica.

 

Il passaggio al Management Familiare: Un’evoluzione necessaria

Con il tempo, molte aziende familiari si trovano a dover affrontare sfide più complesse che richiedono un approccio gestionale più strutturato. Questo è particolarmente vero in un mercato sempre più competitivo e globalizzato, dove la capacità di adattarsi rapidamente e di prendere decisioni basate su dati e analisi diventa cruciale.

Il management familiare rappresenta un’evoluzione di questo modello, introducendo pratiche manageriali professionali pur mantenendo i valori e l’identità familiare. 

In questo contesto, i membri della famiglia acquisiscono competenze specifiche in aree chiave come la gestione finanziaria, il marketing, le risorse umane e la strategia aziendale. 

Questo consente all’impresa di operare in modo più efficiente e di rispondere meglio alle esigenze del mercato, senza perdere il legame con le proprie radici.

 

Esempio: Prendiamo il caso di un’azienda vinicola a conduzione familiare. Nella fase di gestione tradizionale, i compiti potrebbero essere suddivisi in base alle capacità e alle preferenze personali: il padre potrebbe occuparsi della produzione del vino, mentre la madre gestisce le vendite locali. Con il passaggio al management familiare, i figli, dopo aver studiato enologia e marketing, possono introdurre nuove strategie di branding e vendite online, espandendo il mercato dell’azienda a livello internazionale. 

Questo passaggio non solo aumenta i profitti, ma permette all’azienda di innovare e di rimanere competitiva in un settore in continua evoluzione.

Come vedremo però, questo approccio non è immune da problematiche ed il percorso può essere pieno di ostacoli.

 

Differenze chiave: Gestione delle attività

Una delle differenze più evidenti tra la gestione “in famiglia” e il management familiare riguarda la gestione delle attività quotidiane. 

Nella gestione tradizionale, i ruoli sono spesso fluidi e le decisioni operative si basano più sull’esperienza e sulla familiarità che su analisi strategiche. Questo approccio può funzionare bene in contesti più piccoli e meno complessi, ma può diventare un ostacolo quando l’azienda cresce o si avvale di collaboratori.

Nel management familiare, invece, le attività sono gestite in modo più organizzato e sistematico. Ogni membro della famiglia ha un ruolo definito, autonomia nel ruolo che basato su competenze specifiche e su una pianificazione strategica. Le decisioni operative vengono prese in base a dati concreti e a obiettivi a lungo termine, piuttosto che su abitudini o intuizioni.

Processo decisionale: Informalità vs. Struttura

Un altro aspetto fondamentale in cui il management familiare differisce dalla gestione “in famiglia” è il processo decisionale. Nel modello tradizionale, le decisioni sono spesso prese in modo informale e collettivo, con un forte peso dell’intuizione e dell’esperienza accumulata. Questo approccio, sebbene rapido e flessibile, può portare a decisioni poco ponderate o a conflitti interni. Specialmente quando manca un metodo organizzativo, la risoluzione delle dispute è a volte difficile e di sovente queste ultime si prolungano fino a logorare i rapporti interpersonali. In mancanza di una formalità, alcune volte, le dispute si trasformano in litigi molto accesi.

Nel management familiare, il processo decisionale è più strutturato e si basa su una chiara divisione dei ruoli e delle responsabilità. Le decisioni vengono prese in base a dati e analisi, e sono spesso precedute da riunioni in cui vengono discusse le varie opzioni e le loro implicazioni a lungo termine. 

Questo approccio riduce il rischio di conflitti e assicura che le decisioni siano allineate con gli obiettivi strategici dell’azienda.

 

Esempio: In un’impresa familiare ristorativa, le decisioni su quali nuovi piatti lanciare potrebbero essere prese individualmente e in modo informale sulla base di umori o di preferenze personali. 

Con il management familiare, invece, queste decisioni potrebbero essere precedute da una ricerca di mercato per capire quali prodotti hanno maggiore potenziale di vendita, seguita da un’analisi dei costi di produzione, di marketing e del ritorno sull’investimento. Questo approccio più strutturato assicura che le decisioni siano basate su criteri oggettivi e non solo su preferenze personali o intuizioni.

 

Gestione del personale: Da un approccio familiare a uno professionale

Un altro aspetto cruciale riguarda la gestione del personale. Nella gestione “in famiglia”, i dipendenti sono spesso considerati parte della famiglia allargata, con un rapporto di lavoro basato sulla fiducia e sull’informalità. 

Questo approccio può creare un ambiente di lavoro accogliente e coeso, ma può anche portare a problemi di gestione, specialmente quando si tratta di affrontare questioni disciplinari o di performance. In quest’ultimo caso, ad esempio, spesso infatti si assiste a due comportamenti: si tollera fino a scoppiare, oppure si instaura una lamentela continua tra i familiari che lede il clima lavorativo e familiare.

Nel management familiare, il personale viene gestito in modo più professionale. Le politiche di gestione delle risorse umane sono formalizzate, con contratti chiari, aspettative definite e percorsi di crescita professionale. Questo approccio non solo migliora l’efficienza operativa, ma crea anche un ambiente di lavoro più equo e motivante, dove i dipendenti sanno cosa ci si aspetta da loro, quali sono le opportunità di crescita e chi sono gli interlocutori per ciascun ambito di lavoro.

Esempio: In un ristorante a gestione familiare, un dipendente che non performa potrebbe essere tollerato per anni perché è “parte della famiglia”. Nel management familiare, lo stesso dipendente riceverebbe feedback formali, formazione per migliorare e, se necessario, verrebbe sostituito per mantenere alti gli standard del servizio. 

Questo non solo migliora la qualità complessiva del servizio, ma assicura anche che tutti i dipendenti siano trattati in modo equo e professionale.

 

Il Management Familiare

 

Nonostante i molti vantaggi, il passaggio al management familiare non è privo di problemi. Una delle principali difficoltà riguarda la resistenza al cambiamento. 

I membri della famiglia, abituati a un certo modo di lavorare, possono essere riluttanti ad adottare nuove pratiche manageriali, specialmente se queste richiedono l’abbandono di tradizioni consolidate. Tale riluttanza, in alcuni casi, non è dichiarata ma presente nei comportamenti. Ciò implica la necessità di approcci mirati, utili sia al cambiamento che alla crescita delle persone coinvolte.

Bilanciare il coinvolgimento familiare con la professionalità è probabilmente l’ostacolo principale. Da un lato si potrebbe eccedere rendendo tutto poco “reale”, dall’altro senza un approccio professionale sarebbe difficile apportare il cambiamento necessario.

Per questo in un contesto manageriale, è importante che i membri della famiglia mantengano un approccio professionale nelle loro relazioni di lavoro, evitando favoritismi o conflitti d’interesse che potrebbero minare l’integrità dell’azienda.

Allo stesso tempo, senza eccedere nella formalizzazione, è di vitale importanza adottare dei metodi decisionali e comunicativi efficaci che consentano una crescita ed una gestione serena.

 

L’equilibrio tra Tradizione e Innovazione

Il passaggio dalla gestione “in famiglia” al management familiare rappresenta un’evoluzione necessaria per molte imprese familiari che vogliono rimanere competitive in un mercato sempre più complesso e globalizzato. 

Questo modello combina il meglio dei due mondi: mantiene i valori, l’autenticità e la coesione tipici della gestione familiare, ma introduce al contempo pratiche manageriali moderne che migliorano l’efficienza e la capacità di adattamento dell’azienda.

Il management familiare permette alle imprese di affrontare l’espansione, l’innovazione e la gestione del personale con un approccio più sistematico e professionale. 

Tuttavia, la transizione verso questo modello richiede un cambiamento culturale significativo all’interno della famiglia e una volontà di abbandonare pratiche consolidate a favore di nuove strategie orientate al futuro.

Il management familiare non è solo una risposta alle esigenze moderne, ma anche una strategia per preservare e valorizzare le radici familiari in un contesto economico in continua evoluzione. 

 

Come avviare il processo di cambiamento verso un approccio manageriale

Avviare un processo di cambiamento dalla gestione familiare tradizionale al management familiare richiede consapevolezza delle sfide e degli errori comuni. 

Spesso, uno degli errori più frequenti è sottovalutare la necessità di strutturare ruoli e responsabilità, oppure, di eccedere proprio in questo. 

In molti casi, i familiari tendono a mantenere un approccio informale, basato sull’intuizione e sull’esperienza personale, piuttosto che su strategie pianificate. Questo può portare a inefficienze, conflitti interni e difficoltà nel prendere decisioni a lungo termine.

Un altro errore comune è resistere al cambiamento per proteggere le tradizioni familiari, ignorando le esigenze di modernizzazione e professionalizzazione. Questo atteggiamento può limitare la crescita dell’azienda e renderla meno competitiva e più conflittuale. 

In questa fase è fondamentale riconoscere che la tradizione e l’innovazione non sono in contrapposizione, ma possono coesistere in un contesto di management familiare strutturato.

Un aspetto cruciale per il successo del processo di cambiamento è l’introduzione di un metodo chiaro e condiviso. 

La transizione verso un management familiare richiede la formalizzazione dei processi decisionali, la pianificazione strategica e l’adozione di strumenti gestionali moderni, ma senza esagerazioni. 

Come già detto, questo implica anche la ridefinizione dei ruoli all’interno dell’azienda, basata su competenze specifiche e non solo su legami familiari.

Qui l’importanza di un aiuto esterno. 

Spesso, le famiglie trovano difficile distaccarsi dalle dinamiche interne consolidate e a volte risulta difficile essere propositivi senza incorrere in delusioni. 

Un consulente esterno può offrire una prospettiva obiettiva e professionale, facilitando la transizione e aiutando a identificare le aree di miglioramento. Questo supporto esterno è essenziale per superare la resistenza al cambiamento e per implementare con successo le nuove pratiche gestionali.

A questo punto dovrebbe essere evidente che la transizione dal modello di gestione familiare tradizionale al management familiare richiede una combinazione di consapevolezza, pianificazione, apertura al cambiamento e supporto esterno. 

Riassumendo, il processo di cambiamento dalla gestione familiare al management familiare può essere riassunto in tre fasi principali:

  1. Consapevolezza e Analisi: Se si riconosce la necessità di evolvere, allora si possono iniziare ad analizzare i limiti del modello attuale e si inizia con identificare le aree che richiedono maggiore professionalizzazione.
  2. Pianificazione e Formazione: nel ridefinire ruoli e responsabilità, si coglie l’occasione per formare i membri della famiglia in competenze manageriali specifiche. Ciò aiuta a definire una strategia chiara.
  3. Implementazione e Supporto Esterno: Adottare nuovi processi e strumenti gestionali non è facile ma un supporto di consulenti esterni aiuta a guidare e facilitare la transizione.

Puoi adottare questo percorso di consulenza per:

– evitare gli errori e i malcontenti che di solito si generano in famiglia

– mantenere i valori tradizionali, migliorando al contempo efficienza e competitività

– trasformare la tua in una impresa familiare 

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