Perché ad oggi nessuno vuole più fare il cameriere? È semplice! Perché quando si pensa a questa professione, la nostra esperienza da clienti, mette in evidenza solo le fatiche e i sacrifici di questo lavoro, senza però conoscerne fino in fondo le sue virtù.
Provate a chiudere gli occhi e a concentrarvi sulla parola “cameriere”.
Quali immagini vi evoca? Probabilmente riconoscete delle persone affaticate che vagano freneticamente tra la cucina e la sala, facendo lo slalom tra tavoli felici e clienti insoddisfatti. Persone che rinunciano ai weekend con gli amici o in famiglia e che d’estate trasudano stanchezza fino alle tre di notte.
Ecco, ora leggendo questo testo, la sentite anche voi la fatica di questo lavoro?!
Ora proviamo a rifare lo stesso esercizio cambiando lo spirito con cui immaginiamo venga svolta questa professione.
Provate a chiudere gli occhi e ad immaginare una persona che si avvicina al vostro tavolo, vi accoglie, vi sorride e scambia la prima cortese chiacchiera della serata.
Vi racconta il menù valorizzando ogni singolo ingrediente che è stato usato per rendere il vostro piatto unico, talmente unico che sembra essere stato realizzato apposta per voi. Che vi consiglia la bollicina dal perlage più delicato per accostare i sapori del piatto ai frutti della vigna, e che accoglie prontamente le vostre richieste come foste un famigliare.
Quanta fatica avete sentito in questo nuovo esercizio? Bene, il modo in cui il cameriere si approccia al lavoro, rende la sua professione più affascinante o solo più faticosa.
Come dice infatti lo chef stellato Luigi Pomata nel progetto firmato Convivier, in partnership con JRE Italia, “Valore Sala”, “il cameriere non sa che il suo lavoro può regalargli una marea di opportunità, perché non sai mai chi hai di fronte e dal modo in cui tratterai il tuo cliente, lui si legherà a te… come cliente, come amico o persona di fiducia”. Lo raccontava persino Peppino di Capri nella sua “Champagne”, quando chiedeva al suo cameriere di portargli dello champagne per festeggiare la fine di un amore.
Perché confidargli una cosa così intima? Perché il cameriere non è solo un porta piatti, ma può diventare molto di più. Per questo motivo l’attitudine ricercata e vincente è l’empatica, legata ad una grande voglia di divertirsi per rendere la propria esperienza, più stimolante e di alto livello.
Contrariamente a quanto si pensi, il contatto con le persone rende questo lavoro bellissimo e ciò che lo rende ancora più unico è il prezioso gioco di squadra che deve esserci in un ristorante. Dal lavapiatti, allo chef, al cameriere, tutti ogni sera hanno una missione, divertirsi insieme per far vivere ai propri clienti, un’esperienza indimenticabile.